Cosa fare a Luino

Data di pubblicazione:
25 Febbraio 2022
Cosa fare a Luino

Di sicuramente intramontabile c’è a Luino il mercato dei mercoledì»: parola di Vittorio Sereni. È il vanto turistico della città ed è detto il ‘mercatone’. Certo, non occupa più di fascino pittoresco le antiche contrade del paese vecchio, ma ancora in parte si estende nella piazza a lago dove nacque quasi cinque secoli or sono (oggi piazza Libertà) e da dove s’irradia ad occupare le vie centrali della città. La concessione è augusta, per mano dell’imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo V, prima (1541) a settimane alterne con Maccagno, poi (1543) ogni mercoledì. Ma la fama, la non trascurabile fama di cui gode, gli deriva da un passaparola fra i turisti che ne ha accresciuto iperbolicamente l’immagine: il più grande d’Europa; il più famoso; etc. Non è neppure il più antico del Verbano; né era il più importante, se ancora nel ’700 il governo (allora dominavano gli Austriaci) aveva inizialmente preferito Laveno (più centrale al lago) per il lucroso commercio delle granaglie. 

Lo confessiamo, dunque: non si conosce il motivo di tanta rinomanza, ma ne siamo lieti. Perché, come ricordava Sereni, in «quel fatidico mercoledì il paese si trasforma, la pletora di tralicci, bancarelle, pulmini lo ricopre per intero. È come se Luino si dilatasse in estensione e in frastuono». E quando ‘si smonta’, a fine giornata, le vie assumono «quell’aria di amarezza e di vuoto che accompagna la fine di ogni festa». Una festa, certamente, era ancora nel 1903, quando una guida turistica ricordava come al mercato «più popoloso e pittoresco del lago» si riunivano «gli abitanti viciniori delle valli, nei loro svariati costumi».
Sereni e Piero Chiara si spesero per dare adeguata pubblicità alla fiera. Chiara le dedicò un libro nel 1980 che vanta traduzioni in diverse lingue straniere: Le avventure di Pierino al mercato di Luino. Veniamo così a conoscere dalla sua penna come s’animava la piazza quasi un secolo fa: «Al mercato […] convenivano […] imbroglioni, ciarlatani e mercanti d’ogni sorte. I venditori di pollame, formaggio, frutta e verdura, […] borse, scampoli, scarpe, chincaglierie, ombrelli, sementi, granaglie […] si spargevano per le strade del paese. Qua e là […] trovavano posto giocolieri, acrobati, mangiafuoco». La descrizione era veritiera, trovando riscontro in una mappa con la disposizione allineata dei banchi sulla piazza a lago del 1880: granaglie (alla fine Luino la spuntò su Laveno), sarti, cappellai, calzolai, fabbri, formaggiai, fruttivendoli e apposito «sito destinato pei prestigiatori, saltimbanchi e altri simili girovaghi». E così sarà stato sin dagli esordi, secoli prima.  
Una guida del 1871 tracciava un quadro lusinghiero: «il mercato […] crebbe d’importanza per la maggiore frequentazione degli Svizzeri a provvedervi i vini e le granaglie» smerciate dalla sponda piemontese del lago. Un’edizione del 1858 si limitava a ricordare, invece, che il «fiorente mercato» si svolgeva ancora e solo «per maggior comodo» delle valli convergenti a Luino. V’è da concludere che l’unità politica nazionale contribuì a far cadere dazi secolari tra le rive opposte del Verbano, piemontese, lombarda ed elvetica, ad attirare gli Svizzeri nel centro più grande loro vicino e a marcare lo scarto con le fiere concorrenti sul lago. Aiutarono, inoltre, le stampe prodotte dai vedutisti di professione e diffuse in tutta Europa (una fu allegata ad un popolare quotidiano londinese nel 1859), che ritrassero la località nel dì della rassegna, con ambientazioni di indubbio sapore folcloristico.
La prossimità con la Svizzera (ben collegata col treno) ha rappresentato, dal Secondo Dopoguerra, un ulteriore presupposto di crescita; il franco svizzero, da sempre ‘moneta forte’, ha fatto il resto. Ecco il commento tratto da una pagina del Thurgauer Zeitung in circolazione nel Canton Turgovia nel giugno del 1959: «L’occhio del turista può ammirare, se mercoledì, un completo e affollato mercato ricco di ogni varietà di merci e le parlate che si odono […] sono […] quelle di svizzeri, belgi, olandesi e tedeschi».
Qualcuno ricorda treni speciali da Monaco di Baviera nei passati Anni ’80. I numeri estivi rappresentano ancora i picchi del turismo locale: oltre 6.000 arrivi ogni mercoledì. 
Alla popolarità del Markt in Luino sarà forse d’ausilio lo sfondo del lago e una certa e fascinosa tradizione.
 


PALAZZO VERBANIA

Nel 1905, sul lungolago di Luino, viene inaugurato il Kursaal, in forme liberty d’ispirazione viennese. Il grande salone per “concerti, feste da ballo, riunioni” e banchetti, aperto da ampie vetrate sul paesaggio, è il palcoscenico della vita culturale e mondana della città. Nel primo dopoguerra, il Kursaal viene trasformato in albergo Verbania: le terrazze pensili sull’acqua, le stanze segrete, persino gli scantinati fanno da sfondo alle poesie di Vittorio Sereni e ai romanzi di Piero Chiara, entrando di diritto fra i luoghi della letteratura italiana. Nel 1973 la Città di Luino cura la trasformazione dell’albergo in polo culturale. Oggi, Palazzo Verbania offre spazi espositivi, un percorso didattico permanente, ambienti per conferenze, la valorizzazione degli archivi di Piero Chiara e di Vittorio Sereni e un caffè letterario. Piero Chiara e Vittorio Sereni nacquero a Luino, a pochi isolati di distanza, a pochi mesi l’uno dall’altro. Era il 1913. I loro archivi sono riuniti ora nelle sale che ebbero un ruolo fondamentale nel guidare la loro ispirazione, in prosa e in poesia. L’archivio di Vittorio Sereni, cui si aggiunge la biblioteca personale di oltre 4mila volumi, conserva una vasta raccolta di materiali legati alla sua intera produzione, dalle liriche alle prose, dalle traduzioni ai saggi. Per l’intenso scambio epistolare del poeta con i principali esponenti della cultura italiana (più di 6mila a 625 corrispondenti), l'archivio rappresenta uno dei più importanti sguardi sulla letteratura italiana della seconda metà del Novecento. Le carte di Piero Chiara riunite a Luino regalano agli studiosi e agli appassionati un affondo sui suoi celebri romanzi, sulle numerose sceneggiature per i film e la tv e sul meno noto, ma importante, ruolo di studioso di storia della letteratura. Palazzo Verbania è uno spazio di incontro, un luogo di condivisione del patrimonio, nodo cruciale sui tracciati della memoria. Palazzo Verbania è una stazione di posta, anello di una rete virtuosa di archivi storici e cuore di nuove proposte, al servizio della comunità e del suo sviluppo. Accanto agli archivi, Palazzo Verbania ospita mostre a tema, sale video, allestimenti a rotazione e un public program ricco di conversazioni, visite guidate, proiezioni, eventi musicali e iniziative dedicate alle scuole per riscoprire le figure di Piero Chiara e Vittorio Sereni e – attraverso i loro occhi – Luino e il suo lago.


Allo scoccare del secolo, il nuovo stile Liberty era il migliore per celebrare queste sorti progressive: un’élite cittadina decise quindi di dotare il borgo di un Kursaal per «concerti, feste da ballo, riunioni, conferenze, caffè, ristorante», nel baricentro del lungolago, nel frattempo rinnovato.
L’insegna CAFFÈ RISTORANTE, in toni d’azzurro e in elegante grafia liberty, sopra l’ingresso che introduce alle sale espositive di Palazzo Verbania, è stata riportata alla luce durante i restauri del 2015-2018. La scritta accoglieva gli avventori del Kursaal di Luino, inaugurato nel 1905 come ritrovo di vita mondana e culturale per la città. Il Kursaal cambiò più volte denominazione (Eden;
Excelsior) prima di essere trasformato nel 1927 in albergo Verbania, più noto, nelle pagine della letteratura italiana, come Metropole grazie al nome di fantasia scelto da Piero Chiara che vi ambientò romanzi e racconti. L’ampliamento del 1927 portò a inglobare la precedente facciata in un più ampio locale d’ingresso, aperto (come è stato oggi possibile recuperare) al vitale corso del lungolago di Luino.

Ne affidarono il disegno all’architetto luinese Giuseppe Petrolo (1872-1953), cui sottoposero riviste d’architettura aggiornate sui modelli messi a punto nei centri europei più avanzati, Vienna in testa. Fu una scelta corale vincente: Petrolo si fece carico di una sintesi felice e produsse uno tra i primi edifici liberty del lago, il più bello. Seppe istituire un dialogo col paesaggio modellando i volumi per creare come una cascata di terrazze verso il panorama: sul tetto, a metà del fabbricato, a sbalzo sull’acqua. Disegnò con mano sicura cerchi scuri attorno alle finestre come fossero palloni aerostatici. Forgiò i ferri in curve sinuose. Inarcò i muri per godere della migliore vista sul lago dal salone principale e per aumentarne l’illuminazione.
 
Il Kursaal divenne il centro della vita sociale del borgo: nel marzo 1913 un sodale di Filippo Marinetti (il siciliano Gesualdo Manzella Frontini) vi tenne una conferenza sul Futurismo. Oltre un decennio dopo, cambiato il gusto e necessitando di camere per divenire albergo col nome di Verbania, lo stesso architetto ampliò l’edificio, lasciando sopravvivere dettagli di puro Liberty e, soprattutto, mantenendo inalterata la successione dei belvedere e le grandi finestre aperte al lago. Quelle vetrate, faro di una modernità ricercata, furono forse avvistate dal protagonista di Un addio alle armi di Ernest Hemingway, durante la fuga in barca verso la Svizzera, una notte della Prima Guerra Mondiale: «[…] il lago si allargò e sulla riva opposta ai piedi delle montagne vedemmo qualche luce che doveva essere di Luino». Vittorio Sereni, che diede seguito a questa versione dei fatti, se ne giovò per legare i suoi versi più famosi dedicati a Luino (sotto il titolo di Terrazza) al Kursaal.
Piero Chiara ne fece il palcoscenico per innumerevoli pagine dedicate alla vita in provincia e divenute parte del patrimonio collettivo letterario italiano. Nel 1971 l’albergo cessò l’attività. Fu l’inizio di una nuova vita. Nel 1975 vi fu allestita una mostra dedicata a Bernardino Luini (1481 ca.-1532): il pittore ‘leonardesco’, nativo delle valli sopra Luino, così famoso nel XIX sec. che la Regina Vittoria, in vacanza a Baveno nel 1879, avrebbe voluto metter piede a Luino solo per visitare il presunto paese natio di quel maestro del quale non avrebbe disdegnato possedere qualche capolavoro. Da quella mostra, il palazzo assurse al rango di civico centro di cultura (biblioteca, incontri, mostre e museo).
Nel dicembre del 1998 il comune di Luino, grazie all’interessamento di Dante Isella e al contributo di Regione Lombardia, acquisisce l’Archivio Vittorio Sereni, che rappresenta il nucleo principale di carte legate alla produzione del poeta e nel 2007 giunge a Luino la biblioteca personale del poeta, acquisita grazie alla generosità del Lions Club Luino e di sponsor pubblici e privati. L’archivio è aperto agli studiosi previo appuntamento al seguente link.
 
Nel maggio del 1999 il comune di Luino acquisisce dagli eredi un nucleo di carte proveniente dall’archivio privato di Piero Chiara.
 
Nel 2014 nell’ambito di accordi con il demanio e il ministero dei beni culturali, il comune di Luino acquisisce gratuitamente Palazzo Verbania con l’impegno di promuoverne il restauro come sede degli archivi letterari di Piero Chiara e di Vittorio Sereni in vista di una valorizzazione del ricco patrimonio.
Successivamente il cantiere per il restauro e la valorizzazione porta a un adeguamento tecnico e funzionale del palazzo e alla riscoperta delle sale interne nei valori decorativi di un tempo. Oggi il Palazzo Verbania è un palazzo culturale aperto al pubblico, è sede degli archivi letterari di Piero Chiara e Vittorio Sereni e ospita numerosi congressi, conferenze, mostre d’arte ed sede dell’ufficio Infopoint


IL PARCO A LAGO
Uno dei più rilevanti e strategici progetti avanzati per la Luino contemporanea, che ridefinisce i rapporti tra città e lago.
L'idea del progetto “Parco a Lago” è stata quella di trasformare un parcheggio affacciato sul lago, in un giardino pubblico verdeggiante e in riva al Lago Maggiore.
La passeggiata pedonale è il filo conduttore di un percorso omogeneo capace di dare continuità e legare il parco a lago con diversi poli attraverso l’uso di una pavimentazione continua e uniforme, corpi illuminanti, colore e un arredo urbano caratterizzante. Il prato è una superficie modellata, un piano ondulato come il lago, che diventa tessuto di connessione dei vari “racconti verdi” che disegnano il parco e spazio di sosta e relax. Il Parco a lago si rivolge a un’utenza ampia, di diverse fasce di età, in particolare per i bimbi, per i quali sono stati collocati giochi su pavimentazione antitraumi, lungo un percorso che abbraccia tutta la zona di intervento.
Sono state utilizzate inoltre differenti tipologie di corpi illuminanti per assecondare le differenti con­dizioni architettoniche attraverso lampade a basso consumo quali LED e lampade fluorescenti. Il progetto di questo waterfront recupera il legame con l’acqua attraverso un impiego sostenibile e intel­ligente della risorsa idrica, coerente con l’immagine complessiva del paesaggio urbano. L’acqua come “ecosistema” diventa elemento fondamentale del paesaggio mutante affidato a una miscellanea di coltivazioni con finalità didattiche e di sperimentazione diretta per i giovani utenti. In concreto, quindi, si utilizzano giochi d’acqua costituiti da fontane a raso e sistemi integrati alla vegetazione.
Le ampie gradinate che disegnano la discesa a lago sono organizzate in modo da divenire ora semplici cordoli che disegnano il tappeto erboso, ora ampie sedute e percorsi orizzontali che attraversano il parco.
Recuperare questo brano di città, in precedenza “non luogo” – in quanto non vissuto, se non dalle auto – ha significato la trasformazione di questa zona ai margini del contesto urbano e della vita luinese, per tradurlo in un’occasione di pregio per lo sviluppo turistico, ricettivo e ricreativo.


TREKKING A LUINO
La città di Luino è localizzata in una posizione strategica per chi ama fare trekking o semplicemente fare camminate a “passo lento” in quanto dista pochissimi chilometri da numerosi valli, tra cui la Val Veddasca, la Valdumentina, la Valcuvia, la Valtravaglia, e che raggiungono altitudini differenti, dalla collina all’alta montagna. Numerosi sono gli itinerari presenti adatti sia per i camminatori più esperti che per le famiglie. Ogni itinerario è contrassegnato da apposita segnaletica CAI.
 
Tra gli itinerari che partono direttamente da Luino ricordiamo:
 

    sentiero S111 Belvedere Luino - Maccagno
    sentiero S420 Voldomino – San Martino
    sentiero S421 Creva – Voldomino – Luino
    sentiero S422 e S423 Voldomino – Montegrino
    sentiero 413 – 3V Monte Sette Termini – Creva
    sentiero 424 Voldomino – Cremenaga
    sentiero 171 Bonga – M. Bedea – Longhirolo
    sentiero 181 Creva – Trebedora

Ultimo aggiornamento

Lunedi 03 Ottobre 2022